La Chiesa S.Maria Assunta, cattedrale di Montemarano, sede di diocesi prima ancora dell’anno mille e soppressa nel 1818, è tra i monumenti religiosi più antichi dell’Irpinia pervenuti fino a noi.
Sulla sua fondazione, a causa di incendi, di numerosi eventi bellici e saccheggi del passato, non si hanno notizie storiche certe, ma dal confronto con altre Cattedrali (Caserta vecchia, Salerno, Avellino....) del medesimo stile si può tranquillamente affermare che essa sia stata costruita intorno all’anno Mille.
I molteplici interventi di ricostruzione e di restauro effettuati attraverso i secoli hanno notevolmente alterato le linee architettoniche oroginarie. Particolarmente le hanno nociuto l’abbassamento della navata centrale, realizzato nella metà del Settecento, e nel 1888 l’innalzamento di una cupola schiacciata, che richiese l’abbattimento delle ultime campate insieme con gli archi e le colonne romaniche su cui poggiavano. Infine, per dare compattezza ed uniformità di stile secondo i nuovi gusti, l’impianto originario romanico fu trasformato in stile barocco molto sobrio, parte del quale è stato conservato nell’ultimo intervento di restauro. Questo, predisposto nel 1978 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Napoli e resosi necessario per effetto del terremoto del 1980, che aveva gravemente danneggiato soprattutto la staticità di tutto il monumento, è stato felicemente portato a termine dopo dodici anni di intenso lavoro, sotto l’esperta direzione del Prof. Arch. Mario Zampino.
Nell’affrontare la soluzione del difficile problema di dare alla struttura un efficace rafforzamento statico per mezzo di tecnologie moderne, i tecnici hanno operato in modo che, attraverso la lettura spaziale dell’intero complesso architettonico, se ne potessero distinguere con chiarezza le varie fasi di restauro.
La cattedrale è stata riaperta al culto e all’ammirazione del pubblico il 12 ottobre 1991, con una solenne concelebrazione presieduta dal Card. Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, concelebranti Mons. Mario Milano, arcivescovo di S.Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia ed altri vescovi e sacerdoti, con la partecipazione di tutta la Comunità parrocchiale e delle autorità civili e locali, provinciali, regionali e nazionali.
Si accede alla cattedrale da “Piazza del Popolo”. La sobria facciata è divisa in due piani, scanditi da coppie di lesene, che al piano inferiore inquadrano il portale centrale cinquecentesco in pietra calcarea locale, con timpano piuttosto massiccio, e i portali laterali, ma di epoca recente, anch’essi con timpano dello stesso tipo. Nella parte superiore della facciata con l’ultimo restauro sono state riaperte un’antica finestra centrale e delle luci a forma di occhio, che corrispondevano probabilmente a veri rosoni intagliati in pietra secondo lo stile romanico.
A chi entra per il portone centrale la cattedrale si presenta subito in tutta la sua maestosità suggestiva e mistica insieme. Essa è suddivisa in tre navate. Rispetto all’ingresso, il piano calpestio è riabbassato, perchè durante l’ultimo restauro è stato riportato al suo livello originario, per mettere in luce anche i basamenti delle antiche colonne romaniche.
Queste in numero di cinque e cinque – la sesta, come è stato accennato nella nota storica precedente, fu abbattuta insieme con gli archi nel 1888 – dividono gli spazi interni in tre navate, secondo lostile basilicale romanico con transetto ed abside. L’impianto originario era dotato anche delle due absidi laterali, distrutte anch’esse nel passato per far posto da una parte alla sagrestia e dall’altra al cosiddetto Cappellone.
Le cappelle laterali – quattro per navata – sono posteriori alla primitiva pianta basilicale, come si può osservare sia dalle due scalinate che portano alla cripta, costruite all’esterno delle navate laterali, sia dal prolungamento dei timpani laterali esterni della facciata.
Notevole interesse storico rappresentano i capitelli delle antiche colonne in pietra per le raffigurazioni arcaiche ed appena sbozzate sulle quattro facce di essi. L’arredo culturale ed artistico è sistemato provvisoriamente in luoghi sicuri, ma non propri, perchè questi ultimi sono ancora in fase di restauro. E’ da ammirare la “sedia” detta di San Giovanni, non esposta al pubblico, raro esempio di seggio, in legno pregiato, a forbice, senza chiodature, con decorazione di scene cortesi, realizzate ad intaglio e a punzone sullo schienale, composto datre placche diverse. Di questo cimelio non sai conosce nèla data di costruzione nè la provenienza certa.
In cattedrale, altre opere in legno molto pregevoli sono la cantoria, che sorregge un prezioso organo (fine secolo XVIII); il trono episcopale con baldacchino(secolo XVIII); l’armadio “delle reliquie”(secolo XV); il coro capitolare (secolo XVIII). Opere preziose sono la tela della Madonna con Bambino ed angeli, attribuita ad Andrea Vaccaro, collocata sulla parete destra del transetto; la tela in cornice ovale della Madonna con S. Giuseppe, i bambini Gesù e Giovanni Battista ed angeli, di autore ignoto, collocata sulla parete sinistra del transetto; la tela della Sacra Famiglia, di autore ignoto, collocata nella cappella della navata laterale destra.
Sempre in cattedrale statue molto pregiate sono un busto d’argento finemente cesellato (secolo XVIII) di S. Giovanni, non esposto al pubblico; un busto in legno di S. Giuseppe (secolo XVII); le statue parimenti in legno di S. Anna (secolo XIX), di S. Antonio da Padova (secolo XVIII), S. Rocco (secolo XIX); le statue di S. Antonio abate e dell’Assunta in cartapesta sono dell’inizio 900. Di pregevole fattura sono i bronzi a cera persa (candelabro pasquale, croce a stile, cupola del Battistero) dello scultore padre Tarcisio Musto O.F.M.C., realizzati nel 1991 con le generose offerte di tutta la popolazione locale.
LA CRIPTA Dalle scale, ricavate all’esterno delle navate laterali, si scende nella cripta, restaurata nel 1984 ed aperta al culto il 16 febbraio 1985. “E’ qui che è visibile l’originario aspetto di tutti il monumento della cattedrale di Montemarano. L’ambiente, che si estende sotto il transetto della chiesa, appare particolarmente suggestivo per i suoi giochi di ombra e luci e per la vaga atmosfera mistica, che sembra addolcire la severità delle linee architettoniche.
Lo spazio, diviso in due navate da sei sottili colonne uguali tra loro, che, eleganti, pur nella loro semplicità, sembrano slanciarsi verso l’alto nelle ampie volte a crociera, risponde pienamente alla visione prospettica tridimensionale tipica dell’architettura romanica. Essa pertanto ha costituito e ancora oggi costituisce una vera oasi di raccoglimento spirituale, anche per la presenza misteriosa e pur viva e rassicurante del Santo Vescovo e Patrono di Montemarano, “S. Giovanni” (M.G. Cataldi Abete), ivi sepolto “in loco eminenti” fin dalla sua morte nel lontano 1095, e le cui reliquie sono ora custodite nell’urna collocata sotto l’altare di marmo, cinto da una balaustra in legno finemente intagliato e ordinata dal vescovo Celestino Labonia (1670 – 1720).
Accrescono il senso di raccoglimento e di serena austerità i due affreschi dell’abside centrale, raffiguranti S. Nicola di Bari e S. Giovanni di Montemarano (secolo XII) e un busto in legno raffigurante ancora S.Giovanni (secolo XV).
Un crocifisso, (secoli XIV – XV) collocato sull’altare di destra, invita a chiudere la visita con un momento di profonda preghiera, per cogliere tutta la ricchezza dei valori dello Spirito che gli uomini del Medioevo hanno saputo imprimere nelle loro opere.
IL CAMPANILE Esso si innalza sul lato sinistro della cattedrale in posizione molto arretrata rispetto alla facciata di questa. E’ costituita da un maestoso basamento a forma di piramide, che misura i due terzi dell’intera struttura, dalla sommità della quale emergono due ordini di celle, una murata e l’altra aperta. Alla cella camapanaria si accede per mezzo di un’interessante scala elicoidale in pietra.
Da: “Montemarano Itinerario storico-turistico” De Angelis 1994