Montemarano e la tarantella, Sparagna: «L’antidoto ai mali della società»

sabato 26 luglio 2014

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| Rassegna Stampa

Di seguito, l'intervista al Maestro Ambrogio Sparagna rilasciata al giornalista Alberto Nigro ospite della spedizione che ha portato Montemarano al Parco della Musica in Roma:

«Montemarano è il paese più bello del mondo, dove si suona e si balla tutto l’anno. E la musica popolare è la musica più bella del mondo». Sono frasi che, dette così, possono lasciare il tempo che trovano ma se ad urlarle è Ambrogio Sparagna dal palco del “Luglio suona bene”, presso il Parco della Musica di Roma, allora la faccenda cambia.

Nel corso della lunga giornata trascorsa insieme ai cento montemaranesi in trasferta nella Capitale, lo scorso giovedì, abbiamo avuto modo di avvicinare Sparagna, direttore della manifestazione denominata “Ballo!”, e scambiare qualche parola con lui.
Lo abbiamo fatto proprio mentre una indiavolata tarantella montemaranese si scatenava sotto i nostri occhi, a pochi metri dall’anfiteatro dove, di lì a poco, si sarebbe tenuto il concerto.

Lui era appoggiato ad un albero a guardare la scena quando gli abbiamo chiesto: Maestro, cosa ne pensa dell’impatto della tarantella di Montemarano sul pubblico romano?

Allungando una mano verso la folla ha esclamato: «Beh, l’impatto è tutto qui davanti a noi, non le sembra?» ed ha aggiunto: «Avere Montemarano qui a Roma è un sogno che si avvera. Frequento questo paese dell’Irpinia dagli anni ’70, vi ho svolto anche svariate ricerche. E’ dal 2007, da quando, cioè, sono direttore di questa manifestazione, che coltivo il desiderio di averli qui. Serviva un’occasione e, finalmente, si è presentata».

Mentre di fronte a noi in centinaia continuano a ballare e scatenarsi al ritmo della tarantella, Sparagna si perde con lo sguardo e sembra quasi non badare alle nostre parole quando gli chiediamo ancora: visto il successo, possiamo parlare di un sodalizio destinato a durare? Di un’esperienza che si ripeterà?

Passa qualche secondo e, sorridendo, risponde: «Certamente, non c’è neanche bisogno di dirlo». E prosegue: «Quella che abbiamo di fronte è la rappresentazione del popolo che arriva in città trasportato da una musica che unisce».

E’ la bellezza di quella che Sparagna definisce «un’Italia minore che è ancora in grado di fare comunità».

«La musica» sostiene il musicista e studioso laziale, «nell’Italia di oggi è un valore aggiunto. Esprime un’identità, le persone in essa si riconoscono e si uniscono. E’, in sintesi, l’antidoto alle tante malattie che affliggono la società moderna».

Impossibile andare oltre. La musica prende anche noi e parlare, quando lo spettacolo che si ha davanti agli occhi è tanto meraviglioso, è impossibile e, francamente, anche poco intelligente.

fonte: www.orticalab.it