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Rassegna Stampa
Riportiamo di seguito il bellissimo articolo del giornalista Alberto Nigro, ospite della spedizione che ha portato Montemarano al Parco della Musica in Roma:
E’ sempre difficile descrivere un’emozione. Quando, poi, sono tante lo è ancor di più.
Basti dire, in questa breve premessa, che le emozioni provate nella giornata di giovedì è complicato addirittura contarle.
Circa cento montemaranesi si sono esibiti, con tarantelle e canti tradizionali, nella splendida cornice del Parco della Musica di Roma, nell’ambito della manifestazione “Luglio suona bene”.
Un successo strepitoso. Un evento destinato a rimanere impresso nella mente e nel cuore di quanti vi hanno partecipato.
Migliaia di persone -molti stranieri- si sono lasciate trasportare dalle note, dal folklore, dalla cultura, dall’anima di un paese, Montemarano. Più che un paese -direbbero i montemaranesi- un popolo!
Partenza con due pullman dal borgo altirpino intorno alle 13 di giovedì 24 luglio. Piccola sosta al nucleo industriale di Avellino per raccogliere me a pochi altri.
Salgo sul pullman numero 1 dove c’è il sindaco, Beniamino Palmieri, che ha guidato l’intera spedizione.
Durante il viaggio sono seduto vicino a Roberto D’Agnese, della Scuola di Tarantella. Parlare con lui significa tuffarsi in secoli di storia e tradizioni. Racconta con passione dei viaggi in ogni angolo d’Italia per esportare la tarantella montemaranese, della partecipazione a festival internazionali (l’ultimo a Berlino), ricorda le tante difficoltà che affronta, insieme ai suoi compagni di viaggio, quotidianamente per promuovere la cultura del territorio.
Nelle sue parole c’è tanta amarezza per le occasioni sprecate in Irpinia, ma anche voglia di fare e mettersi in gioco.
Sono le 14 e fa caldo. Il cielo è nuvoloso e di tanto in tanto una scarica di pioggia regala un velo di malinconia agli sguardi, ma il clima generale è festoso. Il pullman è un rincorrersi di battute e risate. Non mancano gli sfottò. Sembra quasi una gita scolastica di fine liceo.
Qualcuno urla un po’ più del dovuto, mentre qualche altro, più esattamente il signor Francesco Benevento, prende l’armonica a bocca a inizia a suonare musica popolare.
Malgrado l’angusto spazio del mezzo di trasporto, c’è chi improvvisa qualche passo di danza, mentre il signor Gianni, seduto dietro di me, mi fa notare a pochi metri c’è Umberto Cantone, «è il più anziano clarinettista ancora in attività».
Roberto D’Agnese mi spiega che tutti i partecipanti alla trasferta appartengono a vari gruppi. Ci sono: la Scuola di Tarantella, la Pro Loco, il Forum dei Giovani, l’associazione “Amo Montemarano” e l’associazione Hirpus Doctus che gestisce il Museo etno-musicale “Celestino Coscia – Antonio Bocchino”.
In rappresentanza di quest’ultima c’è Luigi D’Agnese col quale scambio qualche parola.
«Il lavoro che svolgiamo -spiega- mira al recupero della testimonianza orale con un’approfondita ricerca sul campo. Naturalmente, non manca l’elemento convegnistico che ci vede anche collaborare con diversi atenei italiani».
A Montemarano, sottolinea D’Agnese, «già nel 1955, lo studioso Alan Lomax effettuò le prime registrazioni sul campo. A quell’epoca visitò anche altri tre paesi: Montecalvo, Mercogliano e Sant’Andrea di Conza».
Tutto il materiale raccolto da Lomax è stato donato da sua figlia proprio al museo. «Io -dice D’Agnese- mi sto occupando di consegnarne una copia ai superstiti di quelle registrazioni anche negli altri paesi». Luigi D’Agnese è un fiume in piena e tocca tantissimi argomenti legati al recupero della tradizione popolare che meriterebbero un miglior approfondimento, ma il viaggio procede e l’obiettivo finale è Roma.
Sono le 15.30 quando ci fermiamo all’autogrill. I 20 minuti di sosta previsti, si trasformano in circa un’ora a causa di due zelanti poliziotti che decidono di posare sui nostri pullman il loro puntigliosissimo sguardo. Pazienza. Si riparte alle 16.30 e il sindaco Palmieri mi viene a ragguagliare su quello che ci aspetta.
«E’ emozionante -sottolinea- partecipare, nella veste di ospite d’onore, ad una manifestazione importante come “Luglio suona bene”. Per comprenderne la portata, basti pensare che su quello stesso palco si esibiranno artisti del calibro dei Led Zeppelin».
Montemarano, infatti, è l’ospite d’onore dell’evento denominato “Ballo!”, coordinato, diretto e interpretato da Ambrogio Sparagna insieme alla sua Orchestra Popolare Italiana.
Ai figuranti montemaranesi, accompagnati dai gruppi musicali di Achille e Pasqualino, è toccato aprire e chiudere la serata. Nel mezzo, quattro donne hanno intonato canti della tradizione popolare.
«E’ un’ottima vetrina per noi -dichiara il sindaco- grazie anche alla presenza dei media nazionali. Così facendo riusciamo a promuovere il nostro territorio sperando di far passare il messaggio per cui Montemarano è un luogo del buon vivere. D’altro canto, abbiamo il paesaggio, i boschi, abbiamo le sorgenti d’acqua, un ottimo vino e, soprattutto, abbiamo le nostre tradizioni che ci riempiono di orgoglio».
Giunti a destinazione intorno alle 18.30, ho potuto notare che la parte del pullman destinata ai bagagli, oltre a contenere le maschere dei ballerini, era talmente zeppa di cibo, acqua e vino da poter sfamare un esercito.
Muniti tutti di pass, immediatamente hanno avuto inizio le prove. Neanche il tempo di far partire le prime note della tarantella che già i presenti (a quell’ora solo addetti ai lavori ndr.) si sono scatenati a ballare.
Subito dopo, tutti in camerino per mascherarsi, ma il clima era talmente festoso che anche durante la vestizione si suonava e ballava (i ragazzi dello staff della struttura romana sembravano disorientati da tanta partecipazione).
Alle 19.45, dunque, è iniziato lo spettacolo. I montemaranesi hanno sfilato all’esterno della struttura, trascinandosi dietro una folla sempre più numerosa e sempre più entusiasta. Persone di ogni età, genere ed estrazione sociale si sono unite ai ballerini per esprimere la propria gioia, la propria voglia di partecipazione.
Un Ambrogio Sparagna estasiato, un po’ in disparte, ha osservato soddisfatto la scena.
Lentamente, il sole ha ceduto il passo al buio. Poche stelle a punteggiare quel manto nero. Il pubblico s’è sistemato all’interno dell’anfiteatro, di fronte al palco. E’ toccato proprio ai montemaranesi aprire le danze, per poi lasciare spazio a Sparagna e alla sua orchestra. Circa tre ore di spettacolo indimenticabile, con l’esibizione di tantissimi ballerini legati ad una decina di scuole di ballo provenienti da tutta Italia.
Il pubblico sembra aver gradito molto. Di sicuro lo ha fatto alla fine, quando la tarantella montemaranese s’è impadronita del palco con i suoi musicisti, mentre i ballerini si sono mischiati alla folla per dare il via alla festa. L’entusiasmo era tale che al termine del concerto si è andati avanti a suonare e ballare almeno per una mezzora.
Insomma, è stata una giornata decisamente emozionante, ricca di storia, cultura e amore per la tradizione. Un viaggio che si è concluso alle prime luci dell’alba di questa mattina.
Il ritorno da Roma è stato silenzioso. Stremati dalle danze, quasi tutti sono crollati in un sonno profondo, ma c’era anche chi, invece di dormire, ripensava ai tanti, entusiasmanti momenti del giorno appena trascorso.
Giunti al nucleo industriale di Avellino, scendo con Roberto D’Agnese e pochi altri. Mi volto a salutare i pullman che si dirigono verso Montemarano. Li guardo allontanarsi per qualche secondo e penso: che meraviglia l’Irpinia!
fonte: www.orticalab.it